Prosecco: l’alfabeto della bollicina italiana per eccellenza
Il Prosecco è una delle eccellenze italiane che ha conquistato gli estimatori di vino di tutto il mondo; vino spumante per eccellenza, è sinonimo di eleganza e convivialità, di passione e maestria vinicola Made in Italy.
Oggi vogliamo raccontarvi questo prodotto dalla A alla Z, accompagnandovi in un viaggio che celebra la sua famosa sintesi tra tradizione ed innovazione, attraverso le caratteristiche, le curiosità, i metodi di produzione ed i luoghi iconici che rendono il Prosecco uno dei vini spumanti più apprezzati al mondo.
Buon viaggio!
A di aroma: l’aroma del Prosecco è tipicamente fresco. Le note che danno carattere ad ogni sua tipologia, spaziano da quelle fruttate, a quelle floreali per raggiungere anche sfumature minerali; queste variano a seconda del terrone nel quale l’uva viene coltivata, dal metodo di produzione e della maturazione del prodotto.
B di Brut: la classificazione del Prosecco in termini di dolcezza, rende il Brut una delle tipologie più secche; si tratta di prodotto dal sapore intenso ed una quantità di zucchero che non supera i 12 grammi per litro, rendendolo tra i più adatti per accompagnare i pasti.
C di Cuvée: con il termine cuvée si intende quel Prosecco prodotto con uve di annate diverse. La miscela cuvée, opposta al millesimati, ha tra gli obiettivi quella di proporre costantemente un vino pregiato, a prescindere dall’andamento dell’annata e della vendemmia.
D di DOC o DOCG: la zona del Prosecco DOC corrisponde alle province di Treviso, Vicenza, Padova, Belluno, Venezia, Pordenone, Udine, Gorizia e Trieste, mentre solo quello tra Conegliano, Asolo e Valdobbiadene è considerato Prosecco DOCG.
E di Extra Brut o Extra Dry: secco, asciutto e frizzante, il Prosecco Extra Brut è ottimo per accompagnare il pasto, dal momento che ha un residuo zuccherino davvero basso (da 0 ad un massimo di 5 grammi ogni litro), mentre l’Extra Dry (che varia tra i 12 ed i 17 grammi di zucchero per litro di prodotto) è più adatto per gli aperitivi, pasti leggeri, formaggi, carni bianche e crostacei.
F di fondo: il Prosecco “col fondo” è una tipologia particolare che prevede la rifermentazione in bottiglia, capace di rilasciare nel vino un più marcato sentore di lievito.
G di Glera: si tratta del nome del vitigno col quale viene prodotto il Prosecco che, per essere considerato tale, deve contenere al suo interno almeno l’85% di uva Glera.
H di Happy Hour: leggero, fresco ed aromatico, il Prosecco è l’ideale ed il re indiscusso dell’aperitivo! Che venga consumato in calice o in un cocktail, due aperitivi su tre comprendono in Prosecco. Primo tra tutti? Ovviamente il celebre Spritz!
I di IGP: anche se il Prosecco è maggiormente noto per le denominazioni DOC e DOCG, l’IGP (Indicazione Geografica Protetta) è la certificazione che tutela la qualità del vino. Tale indicazione rappresenta un importante riconoscimento del legame tra il vino ed il suo territorio di produzione, assicurando che certe caratteristiche uniche (legate al territorio) siano presenti, preservate e valorizzate.
L di Limoncello Prosecco Cooler: la ricetta perfetta per un cocktail energico, fresco e dissetante! Basterà utilizzare bicchieri precedentemente raffreddati in freezer ed unire Limoncello freddo e Prosecco. Per un tocco più aromatico, guarnite ogni bicchieri con qualche lampone fresco ed un rametto di menta!
M di Millesimato: con Prosecco Millesimato si intende un tipo di Prosecco che viene prodotto utilizzando esclusivamente uve Glera raccolte in un singolo anno di vendemmia. Questo approccio alla produzione, che mette in evidenza le caratteristiche uniche di un’annata specifica, è relativo a Prosecchi considerati di miglior qualità superiore, con una maggior complessità di aromi e sapori. Dedicato quasi esclusivamente alle vendemmie migliori, il prodotto finale sarà sicuramente un vino più ricercato e che rappresenta una fascia più alta di mercato.
N di nove: nove sono le province italiane suddivise in due regioni (Veneto e Friuli Venezia Giulia) nelle quali viene prodotto il Prosecco DOC, per un totale di ventimila ettari di vigne.
O di otto: otto gradi è la temperatura massima per servire il Prosecco. Per preservarne al meglio aroma e profumo infatti, la temperatura ideale è compresa tra i 6 ed gli 8 gradi centigradi.
P di perlage: questo termine si riferisce alla presenza di bollicine fini che si formano e salgono in modo continuo nel bicchiere, una volta versato il vino. Nel caso del Prosecco, il perlage non solo arricchisce l’aspetto estetico del vino, ma influisce anche sul gusto: le bollicine fini infatti, aumentano la sensazione di freschezza e vivacità al palato, esaltandone gli aromi. Gioca un ruolo cruciale nella creazione del perlage, il metodo di produzione, in particolare il metodo Martinotti – Charmat, uno dei più usati nella produzione di Prosecco.
Q di qualificazione: ci si riferisce al processo di riconoscimento e certificazione che il Prosecco subisce per garantire che il prodotto rispetti determinati standard di qualità ed origine. Questo procedimento, che assicura al consumatore un prodotto autentico e di alta qualità, include la verifica di vari aspetti, dalla viticoltura alla vinificazione, all’imbottigliamento, etc.
R di residuo zuccherino: sulla base del residuo zuccherino si definiscono e dividono le varie tipologie di Prosecco. Si tratta della quantità di zucchero presente in una bottiglia ed il primo criterio tra i quali sceglierlo. Dal più secco al più dolce (dagli 0 ai 50 grammi di zucchero per litro), le tipologie di Prosecco sono fondamentalmente cinque: Extra Brut, Brux, Extra Dry, Dry e Demi Sec.
S di Spumante: nella maggior parte dei casi il Prosecco è uno spumante, ma è importante tenere a mente che i due termini non sono sinonimi. Gli spumanti infatti, sono vini che vengono spumantizzati, cioè sottoposti ad una seconda fermentazione per ottenere le bollicine e la presa di spuma. Questo metodo, seppur valido per la maggioranza dei Prosecchi, non ne caratterizza la totalità: esistono infatti prosecchi non spumantizzati, ma frizzanti o fermi.
T di Trieste: il nome Prosecco deriva da una piccola cittadina in provincia di Trieste. Fu proprio nei vigneti del castello della località di Prosecco che troviamo le prime testimonianze della produzione del vino più famoso d’Italia.
U di undici e mezzo: la gradazione alcolica del vino Prosecco è standard, non scende mai sotto i 9,5 gradi e non supera mai gli 11,5.
V di Veneto: è la zona tipica di produzione del Prosecco. In cinque province venete, insieme a quattro del Friuli Venezia Giulia, l’uva Glera lavorata e vinificata prende il nome di Prosecco!
Z di Zero Dosaggio: si riferisce ad un particolare Prosecco al quale non viene aggiunto lo sciroppo di dosaggio dopo la seconda fermentazione in bottiglia. Si tratta di uno sciroppo composto da zucchero e vino che ha lo scopo di equilibrare il livello di dolcezza ed il gusto finale dello spumante. Questi vino manterranno dunque il residuo zuccherino al livello naturale e risulteranno piuttosto secchi, con circa meno di 3 grammi di zucchero per litro di prodotto.
Questa panoramica è solo uno spunto per degustare in maniera più consapevole ed indagare tutte le sfumature di uno dei prodotti italiani più amati in Italia e nel mondo. Non resta che alzare i calici … e scoprire tutte le altre!
Prosit!