Il Prosecco, vino spumante italiano originario delle regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia, ha una storia che risale all’epoca romana. Le prime testimonianze storiche del vino prodotto in quest’area provengono dagli scritti di Plinio il Vecchio, che menziona il vino Pucino, consumato dagli aristocratici e dagli imperatori romani per le sue presunte proprietà terapeutiche.
Il moderno percorso del Prosecco iniziò nel 1800, con la fondazione dell’Istituto Cerletti, la prima scuola enologica d’Italia, nel 1876. Da qui sono usciti pionieri della viticoltura italiana, tra cui Tancredi Biondi Santi, uno dei padri del Brunello di Montalcino. Nel 1962 è stato costituito il Consorzio di Tutela del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, e la prima strada del vino italiana è stata inaugurata in questa zona.
Territorio e produzione
Il Prosecco viene prodotto in una vasta area che si estende tra le Dolomiti e l’Adriatico, coprendo le province di Belluno, Gorizia, Padova, Pordenone, Treviso, Trieste, Udine, Venezia e Vicenza. Il vitigno principale utilizzato è il Glera, sebbene possano essere inclusi altri vitigni fino a un massimo del 15%, come Verdiso, Bianchetta Trevigiana, Perera, Glera lunga, Chardonnay, Pinot Bianco, Pinot Grigio e Pinot Nero vinificato in bianco.
Denominazioni e valore economico
Il 17 luglio 2009 è stata una data fondamentale per il Prosecco, con la creazione delle denominazioni Prosecco DOC, Asolo Prosecco DOCG e Conegliano Valdobbiadene DOCG. Attualmente, l’area del Prosecco DOC copre 28.100 ettari e produce 638 milioni di bottiglie all’anno, di cui l’81% è esportato, generando un fatturato di 3,5 miliardi di euro. Le principali aree di esportazione sono l’Europa (65,5%) e il Nord America (26,6%).
Il Conegliano Valdobbiadene DOCG, con 8.710 ettari vitati, produce 104 milioni di bottiglie per un valore di 634 milioni di euro. L’Asolo Prosecco DOCG, prodotto sulle colline del Trevigiano, ha visto una produzione di 24 milioni di bottiglie nel 2022.
Sfide e contraffazioni
Il successo globale del Prosecco lo ha reso il vino più copiato al mondo, con numerosi tentativi di contraffazione. Tra i falsi più noti si annoverano il Meer-secco, Kressecco, Semisecco, Consecco e Perisecco tedeschi, oltre a Whitesecco austriaco, Prosecco russo e Crisecco della Moldova. In Brasile, nella zona del Rio Grande, alcuni produttori continuano a utilizzare la denominazione Prosecco, nonostante gli accordi tra l’Unione Europea e i Paesi del Mercosur.
Per combattere le contraffazioni, il Consorzio di Tutela ha sviluppato una mini-guida per aiutare i consumatori a identificare il vero Prosecco. Ogni bottiglia autentica presenta un codice alfanumerico univoco sul collarino e un codice a barre bidimensionale (data matrix) che consente di verificare l’autenticità del prodotto.
Successo e qualità
Il successo del Prosecco è dovuto in gran parte al suo eccellente rapporto qualità-prezzo. I marchi più prestigiosi possono raggiungere i 40 dollari a bottiglia mentre altre etichette di alta qualità sono disponibili a prezzi più accessibili.
Nonostante il successo del Prosecco, il mercato del vino a livello mondiale sta affrontando una sfida dovuta alla diminuzione generale dei consumi. Tuttavia, la forte domanda internazionale e l’alta qualità delle produzioni DOC e DOCG suggeriscono che il Prosecco continuerà a giocare un ruolo significativo nell’economia vinicola italiana e globale.
Il Prosecco rappresenta un esempio brillante di come un prodotto tradizionale possa evolversi e prosperare in un mercato globale competitivo, mantenendo al contempo le sue radici culturali e storiche. La sua capacità di innovare e adattarsi alle nuove sfide del mercato sarà cruciale per il suo successo futuro.